This image is for promotional use only, in conjunction with Cinacinema presentation in Lugano on June 9th. 2015.

Sala Multiuso Paradiso| MARTEDÌ 09 GIUGNO 2015 |ore 18.00

A riflettori spenti, discussione con Stephen Kelly - a cura di Alex Chung, CinaCinema

Artefatti

Nel centro di Rangoon, una decrepita casa coloniale piena zeppa di attrezzatura arrugginita e artefatti cinematografici in via di marcitura ospita il “Myanmar Motion Picture Museum”; il museo del cinema birmano. Gli oggetti esposti provengono da oltre 32 studi cinematografici che esistevano ai tempi d’oro del cinema birmano.

Con l’arrivo al potere dei militari nel 1962, molti studi di registrazione dovettero chiudere, vittime di restrizioni draconiane nella produzione cinematografica e di una severa censura. Ho documentato una selezione di questi artefatti museali. Seppur rovinati da scarsa conservazione, nella speranza che possano fungere da piccola finestra sul mondo di questa - al suo tempo - grande e splendida industria.


Il “Waziya”

Il Waziya, ufficialmente conosciuto come “The Excelsior” durante il periodo coloniale, fu costruito negli anni Venti e figura tra i cinema più vecchi della Birmania. Durante la prima metà del XX secolo, il paese vantava un’industria cinematografica tra le più creative e prolifiche del sud-est asiatico, attirando attori tailandesi e indiani. Mentre la trasformazione di questo paese un tempo appartato prosegue a ritmo sfrenato, in tutta Rangoon gli edifici coloniali sono minacciati dalla demolizione. In uno sforzo di modernizzazione per competere con i rivali regionali vengono distrutti interi quartieri storici. Il Waziya è così l’ultimo cinema superstite in via Bogyoke Aung San, conosciuta in passato come la “fila dei cinema”, un insieme di sei cinema che risalivano a prima della Seconda guerra mondiale. 

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L’economia e la società. L’economia e l’arte. L’economia e la cultura. OtherMovie Lugano Film Festival entra nella sua settima edizione toccando un tema vasto e scegliendo di trattarne alcuni aspetti legati alla nostra quotidianità, alla nostra attualità, ad alcune problematiche puntuali. La crisi scoppiata verso la fine degli anni 2000 in un modo o nell'altro ha toccato ogni continente e ogni cultura, influenzando la politica internazionale, modificando stili di vita, incidendo sulla quotidianità delle persone, mettendo a volte in discussione valori e convinzioni. Da sempre poi, sicurezza interna e globale sono minacciate dallo stretto legame fra terrorismo e soldi. Le sfumature insomma non mancano e come di consueto, anche quest'anno ogni sezione del Festival (cinema, musica, arte visiva, libri, approfondimento, conferenze) tratterà il tema da diverse prospettive e punti di vista, con pellicole e momenti di discussione e di riflessione, raccogliendo spunti e sguardi di realtà minori, poco coperte dai media internazionali, mettendo in luce le questioni d'attualità che uniscono Occidente e Oriente. Un programma pensato e proposto con lo spirito di apertura che dall’inizio contraddistingue la nostra rassegna no profit, basata sul volontariato.

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